La psicomotricità è un concetto di sviluppo psicologico che si riferisce alla struttura somatopsichica dell'essere umano in relazione con il mondo esterno. Scritta così appare una cosa complessa e difficile da comprendere, in realtà come dice l'etimologia della parola stessa “psicomotricità" lega il concetto di movimento all’aspetto psicologico, corpo e mente. E’ un’esperienza unica, perchè il principio da cui parte è che il movimento è vita e il movimento è il principale mezzo di espressione che ha il bambino.
La psicomotricità è una pratica pedagogica e psicologica che prende in considerazione il bambino nella sua globalità (corporea, affettiva e mentale). È concepita come un percorso di accompagnamento alla maturazione e alla crescita, dove l’espressività motoria, il gioco spontaneo e il piacere del vissuto relazionale diventano i canali comunicativi privilegiati attraverso cui il bambino si racconta. In uno spazio sicuro, il bambino ha la possibilità di sperimentarsi in tutte le attività di gioco. La psicomotricista attiva, sostiene, riconosce nelle azioni e nelle interazioni del bambino i bisogni motori, affettivi, cognitivi; comprende il mondo interno attraverso il movimento e coglie il senso dei comportamenti. Il bambino è così riconosciuto e accompagnato nella crescita e nel rinforzo della sua identità individuale, sociale e scopre quali sono i suoi punti di forza e acquisisce fiducia nelle proprie capacità.
L'intervento non agisce sul problema o sintomo, ma prende in considerazione il bambino nella sua unità psicocorporea. Tocca la sua interiorità, le sue emozioni, il suo immaginario mette in moto corpo, emozioni e pensieri in maniera fluida ed armoniosa, costruisce attraverso la consapevolezza di sé e del proprio corpo, vissuti e capacità, dando forma alla relazione con il mondo e superando difficoltà nell'interazione con esso.
L'obiettivo principale è di favorire il benessere psicocorporeo favorendo un armonico sviluppo psicomotorio.
Il metodo di cui mi avvalgo è di stampo relazionale e i miei principi fanno riferimento alla linea scientifica di Bernard Aucouturier. La peculiarità di questo approccio è l’ascolto del bambino e il rispetto della sua identità e unicità di essere al mondo. Mediante il gioco, che non è mai fine a se stesso, ma è lo stumento principale con cui il bambino si racconta, si attivano, sia in campo educativo-preventivo che di aiuto, processi di rassicurazione originaria e una dinamica di piacere che servono per crescere in modo armonioso.
In modo particolare, la psicomotricità individuale aiuta e sostiene il bambino nelle evolutive fasi di crescita, ma anche nelle sue fatiche, intoppi, blocchi, problemi relazionali, emozionali, motori, psicologici. La seduta prevede un rituale iniziale, l’attività di gioco e di movimento, un momento delle rappresentazioni (es. disegno, modellaggio o costruzioni), eventuale lettura di una storia, e si conclude con un rituale finale.
In sintesi: perchè la psicomotricità fa bene?
- perchè aiuta a conoscere se stessi, le proprie potenzialità e capacità
- perchè accresce l’autostima
- perchè aiuta a gestire e incanalare meglio le emozioni
- perchè struttura l' identità e valorizza la personalità